Fotografia 20 di Caldana, ( Grosseto )

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Caldana (GR) - Il piccolo borgo di Caldana si protrae verso il cielo con il campanile della chiesa di San Biagio in una fusione di colori caldi immersi nel verde della Maremma grossetana
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Il nome del paese di Caldana pare sia derivante dalla parola in latino Calidana, termine che indicava la vicina presenza di alcune sorgenti termali di acqua calda. Il paese prende origine da un castello e ne conserva tuttora le caratteristiche urbanistiche. In età moderna la struttura del paese è stata però rivista. La caratteristica più vistosa che è rimasta dell’antica impostazione medievale è rappresentata da una porta di accesso. Il piccolo paese è sovrastato all’interno delle antiche mura dalla maestosa Chiesa di S.Biagio. L’edificio sacro è un raro esempio architettonico dell’epoca rinascimentale nella Maremma grossetana. Alcuni studiosi attribuiscono il progetto della chiesa a Michelangelo Buonarroti. Sull’imponente frontone si distingue lo stemma degli Austini, la famiglia che nel XVI secolo fece ricostruire il castello e avviò la costruzione della chiesa. All'interno della Chiesa di San Biagio è possibile tutt’oggi ammirare un affresco di G.Nasini col Crocifisso e i santi Biagio e Guglielmo. Il primo documento storico nel quale fu menzionato il paese di Caldana risale all'anno 940. Caldana compare in un elenco di una concessione del vescovo di Lucca fra altri paesi limitrofi. In un documento del 1039 il paese Caldana è citato come possedimento dell'Abbazia di Sestinga, un documento del 1072 cita Vicus Caldane. Durante il XIII secolo, a causa della decadenza dell'Abbazia, Caldana passò sotto il controllo di una consorteria della zona in rapporto con i Conti Pannocchieschi di Massa. Alcuni documenti risalenti nel periodo fra il XII e XIII secolo, Caldana risulta fra le proprietà dei Conti Lambardi e dei Conti Alberti. Nel 1328 venne sottoscritto un atto di sottomissione del castello di Caldana alla città di Massa. Stessa sorte capitò a Giuncarico e a Castel di Pietra. Nell’anno 1336 un quarto del patrimonio di Caldana passò come eredità alla famiglia dei Malavolti di Siena. Nel 1374 il castello divenne proprietà dei Salimbeni e successivamente dell'Ospedale di Santa Maria della Scala. Nell’anno 1433 il castello fu ceduto a Mariano di Scarlino e successivamente fu di proprietà della famiglia Bellanti. Nel XVI secolo il castello di Caldana fu coinvolto nella guerra tra gli Imperiali e Siena. Con la caduta di quest’ultima Caldana nel 1558 divenne proprietà della famiglia Austini. Nel 1564 Cosimo I Granduca di Toscana proclamò Caldana come feudo. Il feudali zio continuò fino al 1738 con il rinnovo dell'investitura del Conte Firmano Bichi. Nell’anno 1789 Pietro Leopoldo di Lorena liberò il paese di Caldana dal privilegio feudale, suddivise i possedimenti feudali in piccole proprietà da assegnare ai contadini dietro al pagamento di un piccolo censo.

La chiesa di San Biagio è un esempio più uniico che raro, di costruzione sacro rinascimentale nella Maremma grossetana. Molti studiosi attribuiscono il progetto del prospetto e degli interni della Chiesa di San Biagio a Michelangelo Buonarroti. All’interno si può ammirare un affresco col crocifisso e i Santi Biagio e Guglielmo, realizzato da Giovanni Nasini.

La chiesa di San Biagio è attribuita a Antonio da Sangallo il Vecchio. Si notano alcune somiglianze con l'omonima chiesa di Montepulciano. La chiesa è ripartita in due ordini sovrastati da un frontone che reca centralmente lo stemma della famiglia Agustini, patrona della chiesa. L'interno è organizzato ad una navata. Possono essere ammirate ancora oggi due tele raffiguranti San Luca con la Madonna e il Bambino e l'Assunzione della Vergine attribuibili ad artisti senesi della prima metà del XVII secolo. L'affresco dell'altare maggiore raffigura San Biagio e San Guglielmo in adorazione del Crocifisso. Tale capolavoro è attribuito a Giuseppe Nicola Nasini.

La Canonica di Caldana si trova in fondo a via di Mezzo, nel cuore del paese. L'edificio era la vecchia pieve di San Biagio risalente ai secoli XIII-XIV secolo, costruita in parte sulle antiche mura. La facciata è divisa in due ordini. Il primo in basso è in conci di travertino con portale ad arco tondo databile al periodo medievale. Il secondo, degli ultimi anni del cinquecento, è costituito da lesene ed incorniciature in laterizio con aperture e una finestra ad arco acuto. Della antica chiesa rimane anche l'abside a pianta poligonale raggiungibile lungo la via che costeggia le vecchie mura.