Maremma, province di Livorno e Grosseto, Toscana

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mappa_Toscana
La Maremma è una realta territoriale piuttosto vasta e dai confini non perfettamente definiti che si affaccia sul Mar Tirreno. Dante ne individuava i confini tra Cecina e Corneto:

"Non han sì aspri sterpi né sì folti
quelle fiere selvagge che 'n odio hanno
tra Cecina e Corneto i luoghi colti."
(Dante, Inferno, XIII, 7)

Convenzionalmente, il vasto territorio maremmano è suddiviso in tre zone. La Maremma livornese o pisana (cosi propriamente detta perché questi territori diventano provincia di Livorno solo nel 1925), è la parte settentrionale che segue la linea di costa tra Rosignano e Piombino e comprende le prime propaggini collinari della Val di Cecina, della Val di Cornia e della sponda nord-occidentale delle Colline metallifere. Tra le localita principali della zona sono da ricordare Cecina, Bolgheri, Castagneto Carducci, Campiglia Marittima, Suvereto, Populonia e Piombino. La Maremma grossetana, o Maremma propriamente detta, si estende lungo la costa tra il Golfo di Follonica e la foce del torrente Chiarone che si getta in mare a sud del promontorio dell'Argentario. Il territorio si insinua anche nell'entroterra risalendo le vallate dei fiumi Ombrone, Albegna e Fiora ed è chiuso a est dal cono vulcanico del Monte Amiata. Numerose sono le localita di interesse, tra le quali spiccano Grosseto che ne è il capoluogo, Orbetello e Capalbio che si trovano nelle vicinanze del mare e Massa Marittima, Roccastrada, Montemassi, Vetulonia, Pitigliano, Sorano, Sovana e Saturnia che sorgono nell'area collinare interna. La Maremma laziale abbraccia la fascia costiera dell'Alto Lazio e l'immediato retroterra pianeggiante e collinare della Tuscia Viterbese, tra la foce del torrente Chiarone e i Monti della Tolfa, dove si inoltra nell'Agro Romano. Tra le localita principali della zona spiccano Vulci, Montalto di Castro, Tarquinia, Tuscania e Civitavecchia. Le colline interne vantano una tradizione di civilta millenarie e sono sfiorate all'estremo lembo orientale della Maremma Grossetana, non lontano dalla Villa Sforzesca presso Castell'Azzara, dalla Via Francigena che in questa zona coincide con la Via Cassia. Prima degli innumerevoli insediamenti medioevali, la Maremma ha conosciuto presenze preistoriche, etrusche e romane che hanno lasciato importanti testimonianze storico-artistiche sparse nell'intero territorio.

Clima
Il Clima della Maremma presenta le tipiche caratteristiche mediterranee lungo la costa che lasciano gradualmente spazio a caratteri di continentalita via via che si procede verso l'interno. Grazie allo "scudo" offerto a ovest dalle alte montagne della Corsica e dai rilievi dell'Isola d'Elba che tendono a deviare e/o attenuare le perturbazioni atlantiche che scorrono a questa latitudine, le precipitazioni risultano piuttosto scarse e raramente di lunga durata lungo la costa grossetana e viterbese, toccando i minimi assoluti attorno ai 500 mm annui presso i Monti dell'Uccellina e l'Argentario. Cartina_Italia Nell'interno e lungo la costa livornese i valori sono generalmente compresi tra i 600 e i 700 mm annui ma possono raggiungere anche valori superiori sui rilievi collinari e montuosi esposti ai venti atlantici. La stagione più piovosa risulta l'autunno, mentre le altre stagioni presentano un regime pluviometrico piuttosto irregolare. Inoltre, grazie alla particolare posizione geografica, lungo la fascia costiera della Maremma centro-meridionale l'eliofania (soleggiamento) raggiunge valori medi annui tra i massimi assoluti dell'intero territorio nazionale; di conseguenza, le localita balneari di questa zona registrano nello scenario italiano il maggior numero di giorni all'anno con il cielo sereno. Le temperature medie annue si aggirano attorno ai 16°C lungo la costa e tendono a diminuire man mano che si procede verso l'interno. Sulla fascia costiera sono rare le temperature invernali sotto zero e le temperature estive oltre i 33°C; nelle vallate interne invece le minime dei mesi più freddi possono essere rigide, mentre le massime estive possono anche raggiungere i 40°C. L'eliofania (durata del soleggiamento) raggiunge lungo la fascia costiera grossetana e viterbese valori prossimi ai massimi assoluti dell'intero territorio nazionale italiano, grazie all'elevatissimo numero di giorni con cielo completamente sereno durante l'anno e alla particolare orografia che si caratterizza per la lontananza di rilievi degni di nota. I valori medi annui registrano poco più di 7 ore di sole al giorno, col minimo in dicembre attorno alle 4 ore giornaliere ed i massimi in giugno e luglio con valori di oltre 11 ore di sole al giorno.

Maremma amara
Come la cultura dotta di Dante, anche la cultura popolare, attraverso la canzone popolare, ha fatto un ritratto - ben diverso - della Maremma della malaria, del lavoro stagionale malpagato, degli stenti e delle sofferenze che caratterizzavano la vita in queste terre fino a non moltissimo tempo fa. Ecco così le strofe di «Maremma amara», cantate lentamente, così come tutto era lento in Maremma: lenta o ferma l'acqua, con le sue zanzare anofele, il progresso sociale, la lotta contro il brigantaggio, quella contro l'analfabetismo.

Cartina_Toscana La bonifica
Una delle principali cure di Ferdinando III di Toscana, granduca del regno di Toscana, era la bonifica idraulica e agraria della Maremma; spesso vi faceva delle gite per esaminare i lavori e sollecitarli. Ma il suo nobilissimo zelo e la sua lodevole preoccupazione gli dovevano riuscire fatali. Nel mese di giugno del 1824, tornando appunto da una delle gite in Maremma, sentì i sintomi d'una febbre che da quel momento gli insidiò tenacemente la vita. Ferdinando fu costretto a mettersi a letto; ed i principali medici furono subito intorno a lui per contenderlo alla morte, con ogni mezzo migliore che l'arte medica dell'epoca suggeriva. Furono però tutti sforzi inutili, perché il male vinse gli uomini della scienza. A Ferdinando III successe il figlio Leopoldo II che si lasciò sedurre da questa impresa. Intendeva così emulare il grande avo Pietro Leopoldo e suo padre che avevano bonificato la Val di Chiana e che gia avevano tentato di bonificare la Maremma. La bonifica del comprensorio, data la grandissima estensione dell'area, era un'opera degna degli antichi romani e non di piccoli stati come era quello del granducato di Toscana. Il tratto che si voleva bonificare era la parte che costeggiava il mare, dallo sbocco della Cecina fino al confine pontificio; i vantaggi di tale opera sarebbero stati incalcolabili trasformando tutta quella grossa estensione salmastra in terreni coltivabili. Il conte Fossombroni, consigliere dei sovrani, aveva immaginato di bonificare la Maremma fino dal 1804 e aveva dichiarato apertamente questa sua intenzione con vari scritti. Immaginava di costruire canali, strade ed un porto facendosi aiutare dai cittadini "volenterosi" che volessero investire in questa impresa esentandoli dalle varie gabelle alle porte delle citta, dei dazi doganali e dei pedaggi per far diventare in poco tempo tutta quella regione la ricchezza del regno. Ad entusiasmare gli animi dei toscani ci fu nel 1780 la bonifica della tenuta di Bolgheri del conte Cammillo della Gherardesca. Tale tenuta era distante circa settanta chilometri da Pisa e sette dal mare, sulla sponda sinistra della Cecina. Per liberare quella vasta tenuta dalle acque stagnanti e limacciose che rendevano improduttivo il terreno e pestifera l'aria, il matematico Padre Ximenes suggerì al conte Della Gherardesca l'apertura di quella larga fossa che dal nome del proprietario fu perciò detta Cammilla, la quale procurò subito il prosciugamento dei terreni tra Bolgheri, Bibbona ed il mare. Con tali precedenti, con l'esempio dell'avo, con gli incitamenti del Fossombroni e con le buone disposizioni del suo animo, Leopoldo II il 27 aprile 1828 emanò l'editto per la bonificazione della Maremma a spese dello Stato. I lavori cominciarono sulla fine del 1829 e vi furono impiegati circa cinquemila operai arrivati da varie parti della Toscana, da altri stati italiani e dall'estero, sotto la direzione del cavalier Alessandro Manetti, che era alla immediate dipendenze del granduca. Il figlio del conte Cammillo, Guido Della Gherardesca, volle con gli anni continuare la benefica opera del padre; ma il parere discorde di ingegneri, di periti e di idraulici, fece sì che egli fu costretto a sospendere l'esecuzione del suo progetto. Quello che però riusciva impossibile a tanti uomini di scienza ed ingegneri dell'epoca, riuscì facile senza tanto strepito e senza tanta boria, ad un uomo oscuro e modesto che tutt'altro aveva studiato in vita sua che l'idraulica e l'ingegneria. Quest'uomo era il "fattore di Bolgheri", Giuseppe Mazzanti, che sfornito di teorie ma ricco dei lumi dell'esperienza, con l'osservazione che egli aveva fatto del naturale movimento delle acque durante le piogge, chiuse il canale detto Seggio Vecchio e ne scavò un altro detto Seggio Nuovo, per la qual cosa gli estesissimi campi prima paludosi divennero fertilissimi. Il 26 aprile 1830 fu il giorno fatidico; terminato il lavoro di costruzione del nuovo canale le acque dell'Ombrone arrivarono velocissime nella palude bonificando tutto il territorio circostante. Il Mazzanti ebbe in riconoscenza dal granduca una medaglia d'oro e il conte Della Gherardesca fu remunerato adeguatamente del servizio.

La Maremma oggi
Vinta la malaria, grazie alla bonifica; vinto il latifondo, con la riforma agraria e l'istituzione dell'Ente Maremma e l'assegnazione delle terre, la Maremma mostra oggi ancora quasi tutta la sua natura di terra aspra, dai forti contrasti, dai colori particolarmente affascinanti. I butteri ora sono custodi della razza del cavallo maremmano che non serve quasi più a seguire le greggi durante la transumanza, ma viene impiegato per lo sport e per l'ippoterapia nei centri attrezzati e nelle molte strutture agrituristiche sorte nella zona. Alcuni territori protetti, tra i quali i più importanti sono il Parco Naturale della Maremma e la zona archeologica di Vulci hanno permesso di mantenere pressoché intatto l'ambiente e quindi la flora e la fauna esistenti.

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