Novecento Sedotto - Museo Annigoni
Firenze (FI), Toscana, Italia
dal 16/12/2010 al 01/05/2011
Ufficio Stampa
Camilla Speranza
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Cartina, mappa e stradario del Comune di Firenze (FI), Toscana
Nel 1922 veniva allestita a Firenze la grande “Mostra della pittura italiana del Seicento e del Settecento”, con oltre mille opere e numerose tele del Caravaggio, per la prima volta riunite, che colpirono e stimolarono gli artisti del tempo. La mostra fiorentina rappresentò così l’apice di un rinnovato interesse nei confronti del Seicento, risorto all’attenzione nel corso dei decenni precedenti grazie al contributo di critici e collezionisti.
Nel 2010, in coincidenza con le celebrazioni del centenario dalla nascita di Pietro Annigoni, l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze in collaborazione con la Fondazione Parchi Monumentali Bardini Peyron, presenta la mostra Novecento sedotto. Il fascino del Seicento tra le due guerre da Velázquez a Annigoni. Cinquanta opere in cui autori novecenteschi quali Longhi, De Chirico, Primo Conti, Achille Fucini e naturalmente Pietro Annigoni si specchiano attraverso il Seicento ispiratore di Artemisia Gentileschi, Jusepe de Ribera e Diego Velázquez con il suo celebre Acquaiolo, da poco restaurato.
Suddivisa in tre sezioni, la mostra racconta il Seicento con particolare attenzione per il riflesso che questo secolo ebbe sulla visione dei critici novecenteschi Marangoni, De Chirico, Longhi e Ojetti; si focalizza poi sui generi e le tecniche pittoriche, dalla natura morta al paesaggio per poi gettarsi nell'ispirazione caravaggesca con una serie di opere che a distanza di tre secoli si guardano negli occhi dando vita a un affascinante dialogo.
Il progetto, rientra nel più vasto progetto regionale “Toscana in Contemporanea”, iniziativa prodotta dalla Regione Toscana al fine di promuovere attività educative, espositive, seminariali volte a valorizzare le realtà di arte contemporanea nell'area fiorentina e in quella metropolitana.
Novecento sedotto.
Il fascino del Seicento tra le due guerre da Velázquez a Annigoni
A cura di: Anna Mazzanti, Lucia Mannini, Valentina Gensini
Nella splendida cornice di Villa Bardini, il Museo Annigoni dedica un’importante mostra alla pittura italiana degli anni Venti, Trenta e Quaranta del Novecento.
In questo arco di tempo, numerosi artisti da Primo Conti a Felice Carena, da Giorgio De Chirico a Gregorio Sciltian e Antonio Bueno sono accomunati da un singolare interesse per il Seicento. Pietro Annigoni partecipa di tale attrazione in significative opere della gioventù fino agli anni Quaranta.
All’origine della riscoperta del Seicento furono critici e studiosi (Longhi, Marangoni, Ojetti, Adolfo e Lionello Venturi), e il riconosciuto ruolo della “Mostra della pittura italiana del Seicento e del Settecento” inaugurata a Firenze nel 1922, nella prestigiosa sede di Palazzo Pitti.
Le opere del Caravaggio, i paesaggi e le nature morte, i dipinti di scuola bolognese, napoletana e spagnola (Velázquez in particolare) e la grande decorazione barocca affascinarono e sedussero gli artisti del tempo.
La mostra ricostruisce questo appassionante rapporto tra antichi e moderni, in un inedito dialogo tra Seicento e Novecento.
I. Attualità del Seicento negli anni Venti
Declinazioni del gusto tra Firenze, Roma e Milano
Mentre a Firenze si teneva nel 1922 la “Mostra della pittura italiana del Seicento e del Settecento”, l’eco degli studi sul Seicento attraversava l’Italia, inserendosi tra i movimenti e gli interessi individuali degli artisti. Alcuni di essi ne furono dichiaratamente affascinati, altri ne accolsero alcuni influssi, mostrandosi molto sensibili a quel gusto. Questo dialogo è esemplificato nel percorso espositivo da confronti tra opere del Novecento e del Seicento, uno per tutti l’accostamento tra Dopo il bagno di Primo Conti e la Susanna di Felice Carena, alla maestosa Betsabea al bagno di Artemisia Gentileschi.
Critici e collezionisti
Allestita come una sorta di “corridoio degli uomini illustri”, la sezione presenta i ritratti di alcuni dei critici che presero parte, nel Novecento, al recupero della pittura del XVII secolo: Matteo Marangoni, Roberto Longhi, Ugo Ojetti e Giorgio de Chirico, il primo a parlare di «mania del Seicento». Accanto a loro, sono rappresentati alcuni dei collezionisti che contribuirono a nutrire la fortuna del secolo, come i coniugi Contini Bonacossi.
II. Il gusto del Seicento attraverso i generi e le tecniche
La natura morta
Allestite come una piccola e preziosa quadreria, le opere di Conti, Socrate, Marussig, Dudreville, Trombadori, De Chirico, Annigoni, testimoniano come gli artisti moderni seppero vivacemente interpretare il genere seicentesco della natura morta.
Il paesaggio
Al tema del paesaggio è dedicato un approfondimento che ancora una volta prende spunto dalle analogie che i critici del primo Novecento avevano colto tra le opere di artisti noti dell’epoca e quelle di artisti attivi tra Sei e Settecento. In particolare la sezione è dedicata al tema del paesaggio nella pittura di Pietro Annigoni, a confronto con lo stesso genere affrontato da Anton Francesco Peruzzini, artista vissuto a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo.
III. Da Caravaggio alla realtà moderna
Interpretazioni dell’arte del Seicento intorno agli anni Quaranta
La sezione ha il suo fulcro nell’opera Bacco all’osteria del pittore armeno Gregorio Sciltian, con i suoi dichiarati riferimenti al Caravaggio e a Velázquez. Le suggestioni della pittura del Seicento sono inoltre documentate in questa sala da opere moderne di Pietro Annigoni e Antonio Bueno che dialogano con quelle seicentesche di Jusepe de Ribera e Diego Velázquez, il cui Acquaiolo, restaurato per l’occasione, risalta per la sua alta qualità pittorica.
Luci e ombre seicentesche nel cinema
L’ispirazione al Seicento transiterà anche nel cinema. Come caso paradigmatico, si presenta il fotogramma finale di Mamma Roma (1962) con la morte di Ettore. La scena, diretta dalla regia di Pier Paolo Pasolini, brillante allievo di Roberto Longhi, evoca i chiaroscuri e la composizione del Compianto sul Cristo morto di Orazio Borgianni.
ORARIO MOSTRA
Da martedì a domenica ore 10.00 - 18.00. Chiuso il lunedì
La vendita dei biglietti ha termine alle ore 17.00
La mostra è chiusa il 25 dicembre 2010 e il 1 gennaio 2011
BIGLIETTO
Intero € 6,00
Ridotto € 4,00*
Gratuito **
* per gruppi superiori a 10 persone e per ragazzi sotto i 14 anni di età, per scolaresche e per studenti universitari, possessori del biglietto a pagamento del Giardino di Boboli, Giardino Bardini, Museo degli Argenti, Galleria del Costume, Museo delle Porcellane e della mostra a Palazzo Strozzi Picasso Miró Dalí. Giovani e arrabbiati: la nascita della modernità, soci ACI e TCI
** per diversamente abili e loro accompagnatori, giornalisti, insegnante al seguito della scolaresca, guide turistiche e bambini sotto i 6 anni.
Il biglietto della mostra include la visita al Museo Capucci.
Servizio di navetta gratuito
dal 1 gennaio 2011 da giovedì a domenica la navetta partirà da piazza del Grano, lato Uffizi, con i seguenti orari:
10.00, 10.20, 10.40, 11.00, 11.20, 11.40, 12.00, 12.20
e alle ore
15.10, 15.30, 15.50,16.10, 16.30, 16.50
facendo sempre ritorno al punto di partenza.
L’ultima corsa da Villa Bardini a piazza del Grano è alle ore 12.45 la mattina e alle ore 17.30 nel pomeriggio.
Parcheggio gratuito (non custodito)
presso il Forte Belvedere aperto da martedì a domenica ore 10.00 - 18.00, riservato ai possessori del biglietto della mostra.